Debra, una nativa americana nel governo Biden
Attivista di lunga data, la Haaland guiderà il Ministero dell'interno, 70 mila persone per gestire risorse naturali, foreste, parchi nazionali, concessioni di trivellazione di petrolio e gas. Una svolta per i nativi americani
di Stefano Uberti Foppa
Ci
sarà da lavorare parecchio per provare a rimediare agli sfasci che
l'Amministrazione Trump ha lasciato in tema ambientale e di
protezione del territorio, negli Usa come nel resto del mondo.
Soprattutto dalla prospettiva della martoriata nazione indiana, quei
nativi americani che da Colombo in poi, fino alla fine dell'800, sono
stati sistematicamente depredati di beni e di diritti. Tant'è che
ancora oggi nelle riserve dove vivono le 578 tribù di nativi
americani, i principali indici di analfabetismo, malattie infantili,
livelli di inquinamento, povertà, morti precoci, ecc. mostrano tassi
di parecchio superiori alla media nazionale degli Stati Uniti.
Ma bisogna guardare avanti alla nuova fase. Quella attuale in cui Joe Biden, nuovo presidente degli Stati Uniti, ha nominato la democratica Debra Haaland, 60 anni, membro della tribù Laguna, New Mexico, a capo del Ministero dell'Interno della sua Amministrazione (nel governo americano questa posizione non corrisponde esattamente alla nostra; non ha ad esempio delega su sicurezza ed immigrazione), con responsabilità nella gestione delle risorse naturali, patrimonio forestale, parchi nazionali e riserve, terre tribali.
Un grande risultato che può dare al popolo dei nativi una rappresentanza politica che non ha mai avuto in decenni di attacco alle proprie libertà e di sfruttamento dei propri territori. Fin dai tempi degli ultimi popoli guerrieri rinchiusi a fine '800 nelle riserve, dove, con le ultime vendette furono anche distribuite coperte per proteggersi dal freddo, salvo poi scoprire che erano state appositamente infettate dal vaiolo, l'approccio dell'amministrazione americana verso “gli ultimi”, in questo caso i nativi, è sempre stato di conquista e di emarginazione.
Haaland si mette a capo di circa 70 mila persone che si occupano della gestione dei parchi nazionali, con anche la responsabilità alle concessioni delle trivellazioni su tutto il territorio americano per l'estrazione di petrolio e gas. Ma la Haaland non è tipo da spaventarsi: tanti anni come attivista in prima linea, è stata tra i nativi americani a protestare contro la costruzione del gasdotto Dakota Access Pipeline a Standing Rock (che per alcuni tratti attraversava territori considerati sacri dai nativi) nel 2016 e con le donne della Washington March dopo l’elezione di Trump. La sua azione politica si è sviluppata con l'obiettivo di ottenere maggiori fondi per combattere la violenza di genere, molto sentita tra le donne e in particolare nell'esperienza delle native americane. Altro elemento distintivo delle battaglie di “Deb” è poi proprio la tutela delle terre pubbliche, in particolare i luoghi sacri dei nativi e in generale per la protezione ambientale, dalle aggressive politiche di privatizzazione messe in atto dall'amministrazione Trump, che ha cancellato moltissimi vincoli ambientali ai principali parchi nazionali americani. Per decenni i nativi hanno cercato di proteggere, con scarso successo, i propri luoghi, spesso situati in ambienti naturali ancora incontaminati e ricchi di risorse appetibili.
Con la nomina di Haaland, Biden compie un salto in avanti nella protezione ambientale e salda un debito elettorale confermando la parola data ai nativi americani, agli ambientalisti e in genere alla sinistra del suo partito. Senza l'aiuto delle tribù la sua elezione era infatti a rischio in Arizona e Wisconsin, dove ha invece vinto sul filo di lana.
Mai come adesso i nativi americani sperano quindi in una svolta e in una nuova considerazione politica del proprio esistere sul territorio americano, cosa che fino ad oggi, da sempre, non è mai stata presa in considerazione. Buon lavoro Deb e ricordati: “La Nazione Rossa risorgerà e sarà una benedizione per un mondo malato, un mondo pieno di promesse non mantenute, di egoismo e separazioni. Esisterà una volontà di avere un nuovo modo di vedere e pensare. I colori degli uomini si uniranno sotto l'Albero Sacro della vita e tutta la terra diventerà un nuovo cerchio” - Crazy Horse,"Cavallo Pazzo", Oglala Sioux Chief , quattro giorni prima di essere assassinato.
Ma bisogna guardare avanti alla nuova fase. Quella attuale in cui Joe Biden, nuovo presidente degli Stati Uniti, ha nominato la democratica Debra Haaland, 60 anni, membro della tribù Laguna, New Mexico, a capo del Ministero dell'Interno della sua Amministrazione (nel governo americano questa posizione non corrisponde esattamente alla nostra; non ha ad esempio delega su sicurezza ed immigrazione), con responsabilità nella gestione delle risorse naturali, patrimonio forestale, parchi nazionali e riserve, terre tribali.
Un grande risultato che può dare al popolo dei nativi una rappresentanza politica che non ha mai avuto in decenni di attacco alle proprie libertà e di sfruttamento dei propri territori. Fin dai tempi degli ultimi popoli guerrieri rinchiusi a fine '800 nelle riserve, dove, con le ultime vendette furono anche distribuite coperte per proteggersi dal freddo, salvo poi scoprire che erano state appositamente infettate dal vaiolo, l'approccio dell'amministrazione americana verso “gli ultimi”, in questo caso i nativi, è sempre stato di conquista e di emarginazione.
Haaland si mette a capo di circa 70 mila persone che si occupano della gestione dei parchi nazionali, con anche la responsabilità alle concessioni delle trivellazioni su tutto il territorio americano per l'estrazione di petrolio e gas. Ma la Haaland non è tipo da spaventarsi: tanti anni come attivista in prima linea, è stata tra i nativi americani a protestare contro la costruzione del gasdotto Dakota Access Pipeline a Standing Rock (che per alcuni tratti attraversava territori considerati sacri dai nativi) nel 2016 e con le donne della Washington March dopo l’elezione di Trump. La sua azione politica si è sviluppata con l'obiettivo di ottenere maggiori fondi per combattere la violenza di genere, molto sentita tra le donne e in particolare nell'esperienza delle native americane. Altro elemento distintivo delle battaglie di “Deb” è poi proprio la tutela delle terre pubbliche, in particolare i luoghi sacri dei nativi e in generale per la protezione ambientale, dalle aggressive politiche di privatizzazione messe in atto dall'amministrazione Trump, che ha cancellato moltissimi vincoli ambientali ai principali parchi nazionali americani. Per decenni i nativi hanno cercato di proteggere, con scarso successo, i propri luoghi, spesso situati in ambienti naturali ancora incontaminati e ricchi di risorse appetibili.
Con la nomina di Haaland, Biden compie un salto in avanti nella protezione ambientale e salda un debito elettorale confermando la parola data ai nativi americani, agli ambientalisti e in genere alla sinistra del suo partito. Senza l'aiuto delle tribù la sua elezione era infatti a rischio in Arizona e Wisconsin, dove ha invece vinto sul filo di lana.
Mai come adesso i nativi americani sperano quindi in una svolta e in una nuova considerazione politica del proprio esistere sul territorio americano, cosa che fino ad oggi, da sempre, non è mai stata presa in considerazione. Buon lavoro Deb e ricordati: “La Nazione Rossa risorgerà e sarà una benedizione per un mondo malato, un mondo pieno di promesse non mantenute, di egoismo e separazioni. Esisterà una volontà di avere un nuovo modo di vedere e pensare. I colori degli uomini si uniranno sotto l'Albero Sacro della vita e tutta la terra diventerà un nuovo cerchio” - Crazy Horse,"Cavallo Pazzo", Oglala Sioux Chief , quattro giorni prima di essere assassinato.
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