All'Innovation
Day 2019 svoltosi nella capitale francese, il colosso cinese
chiarisce la propria strategia per contribuire al rafforzamento di
una leadership digitale europea, in linea con i dettami della
Commissione. Al centro le reti 5G e sullo sfondo una presenza
radicata in Europa certificata dai numeri e dal valore creato. Per
rispondere anche a qualcuno al di là dell'Atlantico....
di
Stefano Uberti Foppa
(pubblicato su ZeroUnoweb: https://www.zerounoweb.it/trends/huawei-per-lo-sviluppo-digitale-dellamica-europa/ 11/11/2019)
PARIGI
- Sulla costruzione di un “iperconnected intelligent world” si
sta giocando una feroce battaglia, non solo tra player tecnologici,
ma soprattutto sul piano politico e macro economico tra diversi
blocchi, Usa e Cina su tutti. L'obiettivo? La supremazia sullo
scacchiere mondiale. Uno scenario in cui la tecnologia, e nello
specifico quella 5G (Fifth Generation), sarà una delle direttrici di
riferimento. Il nuovo standard di comunicazione con altissima
velocità di connessione, abilita infatti un'interazione iperveloce
tra dispositivi/IoT, aprendo così nuove frontiere nello sviluppo di
servizi e applicazioni per smart city, smart people,
smart...everything. Si tratta di reti potenti destinate a cambiare le
abitudini di vita e di lavoro delle persone, nonché i modelli di
business di imprese e mercati, mentre algoritmi e tecniche di AI,
assicureranno una sorta di “autonomous driving networks” per un
costante livello di efficienza a garanzia della qualità della user
experience.
La
posta in gioco è quindi altissima e passa dalla trasformazione
digitale di business e società.
Non
è un caso che la strategia populista “America First” di Trump,
si sia concretizzata finora in misure protezionistiche per provare a
frenare l'avanzata digitale cinese negli Usa e nel mondo, instillando
in più nell'opinione pubblica il dubbio di uno spionaggio
tecnologico attraverso l'uso di
componenti, reti e smartphone made in China (ma sono recenti le voci,
ottimistiche, su un imminente accordo tra le due superpotenze per
l'eliminazione parziale di reciproci dazi e divieti e soprattutto,
chiesto a gran voce dalle industrie statunitensi, di poter tornare a
vendere alla cinese Huawei
tecnologie e componenti avanzati).
D'altro
canto, la nazione del Sol Levante, guidata dal nuovo “grande
timoniere”, il presidente Xi Jinping, non scherza, coagulando
attorno al progetto “Made in China 2025” le tecnologie di
Intelligenza Artificiale che stanno trasformando modelli sociali e di
business, con l'obiettivo di diventare, entro il 2030, leader
mondiale nell'AI, coinvolgendo in questo progetto tutta la società
cinese e l'intera produzione manifatturiera.
Se
si considera poi che Huawei
(105,2 miliardi di dollari di fatturato nel 2018; IBM,
per confronto, ne ha fatturati 79,6) è la numero uno mondiale nello
sviluppo delle reti 5G, si capisce bene la portata di questa
direzione evolutiva. E ci sarà probabilmente anche una componente di
rassicurazione a imprese, mercati e governi, dietro il recente
incontro internazionale organizzato a Parigi proprio da Huawei,
l'Innovation
Day 2019,
in cui i top manager cinesi hanno voluto far trasparire il valore e
l'impegno concreto dell'azienda sul mercato europeo. Ragionando,
numeri alla mano, su quanto Huawei porta a livello di business,
occupazione, Ricerca & Sviluppo, contributi in tasse, al
benessere dei singoli paesi del Vecchio Continente.
![]() |
William Xu, Director of the Board e President dell'Institute of Strategic Research Huawei |
Ecco
allora Huawei discutere a Parigi di 5G e innovazione digitale per
supportare non solo la crescita del proprio business ma anche lo
sviluppo di aspetti “human like”, quali arte, cultura,
inclusione, gender equality, e trasformazione sociale.
Una
tecnologia “disruptive” anche per società e cultura
Il
5G è una tecnologia che per le sue caratteristiche prestazionali,
abbandona la semplice funzione di collegamento per consentire lo
sviluppo di centinaia di nuovi ambiti applicativi: realtà aumentata
e virtuale (fruibile in cloud potenziato 5G), broadcasting in
altissima definizione, entertainment/gaming su mobile, gestione del
traffico urbano... All'Innovation Day si è accennato ai soli ambiti
culturali-artistici. Ecco allora, dalla voce dei testimonial, esempi
per complementare in forma multimediale i contenuti di un'opera
lirica o per la creazione di performance artistiche basate su realtà
virtuale e ologrammi; o ancora performance audiovisive, totalmente
basate su tecnologie AI e ML, per creare da un film degli ologrammi
dei protagonisti con cui approfondire la trama; o la creazione di
quadri generati attraverso l'Intelligenza Artificiale da sistemi che
comunicano con l'artista in un'integrazione e connessione (di rete)
tra creatività umana e algoritmi di machine learning. O personal
assistant intelligenti (con AI e ML per l'analisi dei dati e smart
speaker per l'interazione in linguaggio naturale) che accompagnano il
visitatore del museo discutendo con lui sui contenuti delle opere
esposte. Sono solo alcuni esempi dove 5G, AI data analytics in cloud
su petabyte di dati, sono strumenti applicati alla ricerca di una
nuova estetica.
Sostenere l'innovazione nel rispetto della sovranità digitale europea
Sostenere l'innovazione nel rispetto della sovranità digitale europea
E'
toccato a William
Xu,
Director of the Board e President dell'Institute
of Strategic Research
Huawei, sintetizzare la strategia della casa cinese nel contesto
europeo, finalizzata, oltre che allo sviluppo del business per la
propria azienda e per l'ecosistema dei partner, “a contribuire
all'accrescimento della capacità di innovazione e al recupero di
leadership innovativa dell'Europa, che è stata per lungo tempo uno
dei primari centri di innovazione mondiale, ma che per mantenere oggi
il proprio ruolo in mercati globali competitivi, deve rafforzare
un'unità tra gli stati su alcune iniziative strategiche”, ha detto
il top manager, precisando che il tutto deve avvenire nel massimo
rispetto della sovranità digitale europea. Quest'ultimo è infatti
un punto centrale della nuova Commissione Europea, la quale,
attraverso le indicazioni strategiche enunciate poco tempo fa dalla
neoeletta presidente Ursula von der Leyen, ha definito strutture
decisionali più snelle per fare del digitale l'elemento qualificante
di un'economia che vuole “salvaguardare le persone, proteggere lo
stile di vita europeo, disegnare una democrazia digitale che rafforzi
la percezione dell'Europa nel mondo”. Un'innovazione strategica in
cui AI, Big data, cybersecurity e la messa a punto di uno standard
europeo 5G devono declinare la sovranità tecnologica del Vecchio
Continente.
Quattro sono i cardini dell'azione Huawei “in Europa e per l'Europa”, slogan più volte recitato durante l'evento:
Quattro sono i cardini dell'azione Huawei “in Europa e per l'Europa”, slogan più volte recitato durante l'evento:
1
- Migliorare la
collaborazione nella ricerca tecnologica di base,
esplorando con centri di ricerca europei e industrie una
discontinuità nei vari campi di studio, sviluppando invenzioni
tecnologiche in una visione del futuro condivisa.
2
– Accelerare la
trasformazione digitale delle aziende europee,
migliorando la connettività con la diffusione delle reti 5G. A
questo proposito, poco tempo fa a
Zurigo, Huawei ha aperto, con il partner Sunrise, il 5G Joint
Innovation Center proprio per attrarre soggetti di diversi settori
nello sviluppo di soluzioni 5G per differenti mercati.
3
– Declinare in una
prospettiva di inclusione e di sostenibilità ambientale le
tecnologie digitali Huawei applicate
ai vari soggetti e settori (trasporti, scuola, medicina,
manufacturing, pianificazione dei centri urbani...).
4
– Far crescere un
ecosistema di innovazione in Europa
coinvolgendo enti regolatori, ricercatori, imprenditori e partner
attorno a progetti innovativi, condividendo le competenze Huawei in
aree quali AI, deep learning, intelligent computing systems e
coinvolgendo i propri OpenLab di Parigi e Monaco.
I
numeri di un impegno concreto
Tutto
ciò non sono solo belle intenzioni, ma rappresenta l'evoluzione di
una presenza Huawei che vede già oggi, certificata dai numeri, una
radicata collaborazione con i vari soggetti sul territorio europeo:
23 istituti di Ricerca&Sviluppo in 12 paesi europei; 2400
ricercatori, l'89% dei quali assunti localmente; 12,8 miliardi di
euro il contributo 2018 Huawei al Pil europeo (tra diretto, indiretto
e indotto); 169.700 posti di lavoro connessi alle attività Huawei,
di cui circa 13.300 persone Huawei Europa, 80.300 in aziende europee
collegate alle attività della supply chain globale Huawei e il
restante derivati da indotto di vario tipo. Oltre 1 miliardo di
dollari investiti in Ricerca&Sviluppo negli ultimi otto anni in
Europa e collaborazioni con 140 università del vecchio continente.
Infine, 6.6 miliardi di euro spesi nel 2018 con le aziende europee
(sono 416 i milioni di euro spesi con i fornitori italiani) per
l'acquisto di beni e servizi per la gestione delle proprie operation
globali. Tutti numeri e strategie
snocciolati con un fine specifico: far capire che la presenza cinese
Huawei non è opportunistica ma strutturale e che vuole essere di
lunga prospettiva, perché l'Europa continua ad essere un gran bel
mercato con un territorio ricco di opportunità, competenze e
soggetti per condividere uno sviluppo digitale strategico.
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